Tre proposte per Napoli
In questo
momento di fine consiliatura (manca ormai poco più di un anno alla scadenza
naturale del mandato del sindaco) occorre intervenire con programmi concreti
che possano almeno avere un avvio concreto. Un anno amministrativamente è una
dimensione temporale irrisoria ma comunque sufficiente per innestare e d
innescare processi virtuosi di cambiamento dello statu quo.Tre proposte
operative:
1. Definizione del Piano Paesaggistico
Particolareggiato della Costa da Nisida a Molosiglio;
2. Nuovo stadio nella zona delle
Caserme;
3. Trasformazione del catasto
immobiliare in anagrafe immobiliare.
Piano Paesaggistico Particolareggiato della
Costa da Nisida a Molosiglio
La redazione
di questo strumento di attuazione a carattere paesaggistico è elemento
essenziale per lo sviluppo della città nel suo tratto più significativo. Esso è
da anni in corso di studio senza mai pervenire ad una adeguata formalizzazione
per essere portato all’approvazione dei competenti organi deliberanti. Ad esso
è legato:
a. La sistemazione del lungomare con tutte le attività connesse, lidi
balneari, chalet, sviluppo del molo di Mergellina, Rotonda Diaz, ormeggiatori
(stabili e stagionali);
b.La valorizzazione della Villa Comunale, la possibile pedonalizzazione
da largo Sermoneta a tutta via Nazario Sauro, con la creazione delle necessarie
infrastrutture di parcheggio, il trasferimento delle linee di traffico
veicolare sulla direttrice interna (Via Mergellina, Viale Gramsci, Via
Piedigrotta, via Giordano Bruno, della Riviera di Chiaia, via Arcoleo, via
Chiatamone, via Orsini) la infrastrutturazione per il tempo libero ed il loisir
di tutta l’area attualmente destinata a viabilità;
c. Lo sviluppo coordinato dei pubblici esercizi (bar, ristoranti, lidi,
stabilimenti elioterapici) per ridare la risorsa mare alla città, e creare
nuova occupazione.
Nuovo stadio nella zona delle Caserme
Lo stadio
per il Calcio Napoli è un tema che ricorre ogni semestre all’inizio e alla fine
del Campionato ormai da tempo in maniera ciclica. La discussione però parte
sempre dal San Paolo: riconversione, valorizzazione, trasformazione! Ma se
proviamo a ragionare ci rendiamo conto che queste proposte sono per qualche
verso irrealizzabili. Per prima da un punto di vista organizzativo. I lavori
che dovrebbero interessare il San Paolo sono radicali e prevedono un
sistematico rifacimento degli spalti e dell’area interna. Essi sono
incompatibili con lo svolgimento delle manifestazioni sportive, il modello
Udine in questo caso non è attuabile. Ma se anche dessimo per fattibile la
esecuzione dei lavori in corso di esercizio della pratica sportiva,
identicamente la soluzione San Paolo non appare coerente perché: I° la
localizzazione nel cuore della Città porta un incremento del traffico
incoerente con la struttura urbanistica; II° le funzioni integrative e le
funzioni complementari (residenze e uffici aggiuntivi) aggraverebbero la
situazione di deficit di servizi pubblici; il sistema della mobilità; III° il
procedimento amministrativo si configura come una variante urbanistica
tutt’altro che scontata.
Al contrario
se immaginiamo di collocare lo stadio
nell’area delle caserme di Miano-Secondigliano gli effetti sono solo
positivi ed il progetto si autofinanzia con le cubature già previste ed
indicate dal PRG, quindi senza variazione allo strumento urbanistico. Ma
elenchiamo i benefici:
a. La localizzazione è ottimale: al margine nord occidentale della
città,servita dalla Viabilità primaria, da 2 linee metropolitane con stazioni
in prossimità, a 5 minuti dall’aeroporto;
b. Lo sviluppo dello stadio e delle componenti urbanistiche previste dal PRG,
concentrate nell’area di Secondigliano, costituiscono un fattore rilevante di
riqualificazione urbanistica di tutta l’area con la creazione di un polo urbano
che vive 7giorni su 7 come accade nei principali stadi europei, contribuendo a
ridefinire il ruolo di una parte di città oggi nota solo come periferia
degradata con fenomeni di devianza sociale molto forte;
c. La presenza di volumetrie previste
dal PRG consente di attivare il
programma di riqualificazione urbanistica connessa allo stadio con totale
capitale privato con lo strumento della finanza di progetto.
d.La possibilità di utilizzare le previsioni urbanistiche vigenti consente
di dare corso immediato alle attività;
e. Realizzare un nuovo stadio consente
nel contempo di riqualificare il San
Paolo per ridarlo agli altri sport collettivi, all’atletica ed al
spettacoli di grande massa (concerti), completando la integrazione del polo per il tempo libero e lo sport con la
riqualificazione della Mostra d’oltremare, dell’Edenlandia e del cinodromo,
sino ad arrivare allo zoo ed all’area della piscina Scandone de del Palazzetto
dello sport, onde ricostituire una centralità di Napoli,anche in vista della
candidatura Italiana alle olimpiadi del 2020.
Trasformazione del catasto immobiliare in
anagrafe immobiliare
Questa
azione per i non addetti ai lavori può apparire poco comprensibile. Essa, al
contrario, può essere di grande incisività sia con riferimento al mercato delle
professioni che al mercato edilizio cosiddetto “minore” ossia connesso agli
interventi di manutenzione e trasformazione del patrimonio edilizio esistente,
oggetto di continue disposizioni legislative che mirano ad una semplificazione che
però stenta a dare i propri frutti.
Passare dal
catasto all’anagrafe immobiliare consente di pervenire ad una certificazione
indiscussa ed indiscutibile del patrimonio immobiliare esistente, perciò
anagrafe. Un riconoscimento biunivoco che consente di poter finalmente dare
corso a tutte quelle prassi semplificate che oggi trovano incertezze proprio in
relazione alla qualificazione dell’esistente creando difficoltà ai cittadini,
agli operatori professionali, ed alla Pubblica Amministrazione con la costante
vanificazione dei procedimenti di semplificazione varati con leggi dello stato
e/o della regione. Sinteticamente elenchiamo i vantaggi:
a. Determinazione
di una base certificata dello stato degli immobili (terreni e fabbricati)
con evidente eliminazione di contenzioso potenzialmente intercorrente tra i
cittadini proprietari dei beni immobiliari e la P.A. con beneficio no solo per
i procedimenti edilizi ma anche per i tributi locali e di i servizi pubblici a
tariffa, conseguendo una maggiore equità sarà possibile ipotizzare anche una
riduzione delle imposte e delle tariffe;
b.Immediato
accesso ai procedimenti semplificati per la manutenzione e la trasformazione
del patrimonio esistente senza dubbi ed incertezze sul preesistente;
c.Sblocco
delle attività edilizie professionali, imprenditoriali condizione
essenziale per un rilancio dell’economia cittadina e dei consumi;
d.Riduzione
delle attività dell’amministrazione in materia di controllo con un
rafforzamento del ruolo e della responsabilità dei professionisti interessati
sia alla fase di certificazione dell’anagrafe che alle successive fasi di
trasformazione del patrimonio esistenti;
e.Semplificazione
dell’attuazione di politiche connesse alla riqualificazione del patrimonio
edilizi esistente;
f. Maggiore tutela per i beni di interesse culturale, storico
artistico ed antropologico che possono essere posti in evidenza proprio nella
fase di certificazione anagrafica degli immobili.